Quando il professor Orley Ashenfelter, economista di Princeton, pubblicò nel 1990 quella che oggi è nota come l’Equazione di Bordeaux, l’indignazione fu immediata e feroce.
Robert Parker la liquidò come ridicola.
William Sokolin (di Sokolin LLC) la derise apertamente.
Il New York Times arrivò a pubblicare un editoriale dal titolo provocatorio: “Teniamo gli economisti lontani dai vigneti”.
Perché tanta indignazione?
L’equazione promette di distinguere una grande annata da una mediocre con soli tre parametri: piovosità invernale (200-300 mm per preparare il suolo), temperatura durante il ciclo vegetativo (19-20°C per una maturazione ideale), precipitazioni durante la vendemmia (meno di 30 mm per evitare diluizione e muffe grigie).
Una “grande annata” si verifica quando la natura si allinea perfettamente con questi parametri, producendo vini non solo di qualità eccezionale ma con un immenso potenziale di apprezzamento di prezzo.
Non serve aggiungere altro sul motivo per cui, chi trae profitto dall’ignoranza dei consumatori finali, ne sia rimasto indignato. Nelle parole di Sofocle: “Dolce è il profitto, anche se nasce dall’inganno.”
Perché l’annata è fondamentale
Ho iniziato a scrivere di investimenti nel vino pregiato, partendo proprio da questa domanda:
I vini di annate mediocri possono essere buoni investimenti? (Si trattava di Bordeaux En Primeur 2021…)
La questione dell’annata è centrale per comprendere l’andamento dei prezzi del vino nel tempo. In altre parole, la qualità dell’annata è un elemento chiave per l’investimento nel vino pregiato.
Eppure, cercando di capire quali annate siano di qualità e quali no, si trova un mare di linguaggio politicamente corretto—recensioni dai toni rosei che garantiscono il favore dei produttori e consorzi a critici.
Per tale motivo, di seguito riporto, senza fronzoli, quattro fatti importanti sulla qualità delle annate e sull’impatto che ha per investitori e collezionisti.
1. L’annata conta più in Europa che nel Nuovo Mondo
La variabilità climatica è il fattore che più influenza la qualità delle annate.
- In Europa—principalmente Bordeaux e Borgogna, ma anche Champagne, Toscana e Piemonte—il clima varia notevolmente di anno in anno. Una vendemmia asciutta dopo un’estate calda può creare vini eccezionali, mentre un’annata piovosa può rovinarli.
- Nel Nuovo Mondo—regioni come Napa Valley, Australia, Sudafrica—il clima è più stabile, e la variazione annuale è minima.
Per gli investitori, ciò significa che vini europei mostrano una grande variabilità. Le annate buone emergono come straordinarie, con un significativo apprezzamento di valore. Nel Nuovo Mondo, siccome la variazione tra annate è minima, anche i prezzi sono più stabili e mostrano meno volatilità.
2. La struttura del mercato di Bordeaux premia l’invecchiamento
I vini di Bordeaux (ma anche i vini toscani e piemontesi, …) migliorano con il tempo, creando due mercati distinti:
- Mercato primario: vini ancora in botte, venduti en primeur, o comunque prima della bevibilità ottimale, simili alle nuove emissioni nei mercati finanziari.
- Mercato secondario: vini maturi che raggiungono prezzi più alti, i titoli sul mercato secondario.
L’opportunità per gli investitori risiede nel comprare le annate giuste durante il rilascio—quelle con eccellenti condizioni climatiche—e aspettare che maturino. Per questo motivo, Wine Wins acquista quasi esclusivamente vini En Primeur, anche se questa pratica è meno conveniente rispetto al passato, per diversi motivi strategici:
- Allocazioni garantite: Assicurarsi i vini più richiesti.
- Scelta del formato: Preferenza per formati come le magnum, particolarmente apprezzati sul mercato.
- Opzioni di imballaggio: Predilezione per il 3x75cl, più facilmente rivendibile.
- Risparmio sullo stoccaggio: Riduzione dei costi fino al rilascio commerciale.
- Fidelizzazione dei clienti: Creare un rapporto di fiducia e continuità.
Per quanto riguarda Bordeaux, i punteggi critici sono essenziali. Si utilizzano strumenti come Liv-ex Fair Value e si monitorano le valutazioni di critici influenti quali William Kelley (Robert Parker), Neal Martin (Vinous) e, in misura minore, Jane Anson. Le differenze più significative si notano nei vini che raggiungono punteggi superiori a 98/100, con un impatto cruciale per quelli che ottengono il 100/100.
L’attenzione di Wine Wins si concentra su:
- Vini ultra rari: come Haut-Brion Blanc, che attraggono collezionisti e investitori.
- Etichette con prezzi competitivi: ad esempio Carmes Haut-Brion, La Gaffelière, Montrose, Canon, e Léoville Las Cases.
Questa strategia combina valore commerciale, rilevanza critica e preferenze di mercato per massimizzare le opportunità di investimento e rivendita.
3. Il clima predice la qualità, non i prezzi di rilascio
Sebbene il clima sia un indicatore affidabile della qualità di un vino, influisce poco sui prezzi di rilascio.
Perché?
- Costi di produzione: Nelle annate difficili, i costi di produzione sono paradossalmente più costosi (es. selezione manuale delle uve, interventi specifici nei vigneti, ecc.)
- Reputazione del marchio: I produttori fissano i prezzi basandosi sulla loro immagine, evitando forti sconti per non danneggiare il brand.
- Focus a breve termine: I château ignorano spesso il potenziale a lungo termine delle annate, che diventa evidente solo sul mercato secondario e si focalizzano sui costi, sulla reputazione e sulle dinamiche di mercato di altri château vicini e concorrenti.
4. La qualità dell’annata guida l’apprezzamento nel lungo periodo
Un articolo intitolato “The Price of Wine”, condotto da Dimson (Cambridge Judge Business School e London Business School), Rousseau (Vanderbilt University) e Spaenjers (HEC Paris), rappresenta uno degli studi più autorevoli sui ritorni del vino da investimento e dimostra quanto segue:
- Le grandi annate si apprezzano più velocemente: Vini prodotti in condizioni climatiche ideali mostrano una crescita di valore costante sul mercato secondario, man mano che maturano e sviluppano complessità.
- Le annate difficili hanno margini di crescita limitati: Maturano più rapidamente, offrendo meno opportunità di apprezzamento a lungo termine.
In sintesi, l’annata è la bussola che guida il valore dei vini nel lungo termine, come esemplificato nel grafico di sotto.
Quindi, i vini di annate difficili possono essere buoni investimenti?
Sì, ma con alcune riserve.
- Grandi produttori: I migliori riescono a mitigare le condizioni climatiche avverse con tecniche eccezionali di gestione del vigneto.
- Prezzi scontati: Le annate meno favorevoli spesso entrano sul mercato a prezzi più bassi, creando opportunità di crescita se tali vini poi superano le aspettative negli assaggi in bottiglia.
- Rivalutazione: A volte, i vini di annate difficili sorprendono il mercato man mano che invecchiano e guadagnano complessità.
Tuttavia, è nelle grandi annate che si trovano le vere opportunità.
Queste combinano qualità superiore e forte domanda nel tempo, offrendo il tipo di apprezzamento che ogni investitore sogna.
Articolo scritto da Sara Danese, CFA, unisce la sua esperienza finanziaria alla passione per il vino nel suo Substack In the Mood for Wine (https://www.inthemoodforwine.com/).