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Il vecchio anno, si è chiuso con una notizia che ha destato molto scalpore nel mondo vinicolo francese e mondiale.

Il miliardario François Pinault tramite Artemis (società che aggrega tutte le tenute vinicole da lui possedute) ha messo a segno due acquisizioni a dir poco straordinarie visti i nomi coinvolti.

Partiamo però facendo una piccola presentazione del gruppo ARTEMIS.

Questa società fondata nei primi anni novanta dal magnate francese Pinault, ha cominciato la propria escalation nel mondo del vino acquisendo nel 1993 uno dei più importanti Castelli di Bordeaux e cioè Chateau Latour per 86 milioni di sterline per poi dirigersi verso la Borgogna con l’acquisizione di Domaine de Eugenie e soprattutto Clos de Tart, un’azienda iconica di Borgogna proprietaria di uno dei pochi vigneti Monopole (vigne con un unico proprietario) a Morey St. Denis, per la cifra stimata di 220 milioni di euro. Oltre a queste acquisizioni importantissime, il gruppo si è allargato anche in altre zone vinicole come ad esempio nella valle del Rodano con l’acquisto di Chateau Grillet, in Napa Valley con Eisele Vineyard e in Oregon con Beaux Freres.

L’incessante progressione e allargamento del pacchetto di aziende nel settore vinicolo è andato di pari passo con le acquisizioni del gruppo Kering (polo leader del lusso nel settore moda e arte, che fa capo a la Famiglia Pinault) che ormai può vantare un portafoglio di grandi aziende. Possiamo annoverare infatti Gucci, Balenciaga, Alexander McQueen, Bottega Veneta, Brioni, La casa d’aste Christie’s, Y.S Laurent e molti altri ancora.

Negli ultimi due mesi del 2022, Artemis ha messo a segno due acquisizioni di rilevanza assoluta e capaci da sole, di proiettare il gruppo nell’olimpo dei grandi produttori di vino mondiali. Parliamo infatti di Jacquesson, azienda di culto nella regione dello Champagne, con una piccola produzione in termini di numeri ma con Champagne che hanno fatto la storia. Senza dimenticare che la Maison Jacquesson, gode di una storia antichissima e importantissima. Al fondatore di questa maison dobbiamo, nei primi anni dell’ottocento, alcune delle più importanti innovazioni nel mondo della produzione dello Champagne: inventò e brevetto ad esempio, la “gabbietta” di metallo (quella che tiene fermo il tappo di sughero) per evitare che la bottiglia si stappasse all’improvviso facendo disperdere il vino e causando situazioni di pericolo in cantina. A noi ora, sembra un’invenzione banale, ma bisogna tenere conto che sino a quel momento il tappo veniva bloccato con una corda applicata a mano che non garantiva la perdita di pressione nel vino.

Nel 1974 Jacquesson, fu acquistata dai Fratelli Chiquet che con un prolungato lavoro di ammodernamento, lunghe sperimentazioni, nuove tecniche agronomiche e di produzione, portarono la Maison a vette qualitative straordinarie (che ancora mantiene) tanto da diventare una delle Maison più ricercate dagli amanti delle bollicine d’oltralpe.
Per questioni non ancora molto chiare e inaspettatamente, nell’Ottobre dello scorso anno, è stata ufficializzata la vendita totale della maison al gruppo Artemis. Questa vendita porterà sicuramente slancio ad una Maison che con una produzione piccola, (circa 250 mila bottiglie a prezzi tutto sommato non molto alti vista la qualità elevata) ha sicuramente bisogno di una proprietà che possa continuare ad investire in qualità e non in quantità, proseguendo così, quello che i fratelli Chiquet hanno perseguito negli ultimi 40 anni; i fratelli rimarranno operativi in azienda quali garanti della qualità del prodotto.

Arriviamo ora al “colpo” più clamoroso messo a segno da Artemis, ovvero l’acquisizione della quasi totalità di Maisons & Domaine Henriot.
Artemis entra così di diritto tra i più grandi e importanti produttori di Borgogna e Champagne diventando proprietario di Bouchard Pere et Fils, la più antica casa vinicola di Borgogna con un pacchetto vigne impressionante (più di 100 ettari) ed una cantina di incredibile bellezza situata presso il Castello di Beaune.
Qui sono stoccate bottiglie storiche con annate che arrivano alla fine dell’Ottocento, conservate in maniera impeccabile e tutt’ora bevibili. Questo Domaine ha vigne nei più importanti Grand Cru di Borgogna e diverse vigne in Monopole.

Insieme a Bouchard, sempre in Borgogna ma all’estremo nord, Artemis diventa proprietaria di Wiliam Fevre, la Maison con il più vasto pacchetto di vigne in Chablis e assume la piena proprietà della maison di Champagne Henriot, una delle pochissime Grand Marque famigliari nella regione Champagne.

Queste enormi acquisizioni hanno inevitabilmente scosso il mondo del vino e soprattutto i Vigneron Borgognoni che vedono arrivare con prepotenza i grossi gruppi finanziari a fare incetta di vigne e cantine prestigiose. Tutto questo però è inevitabile visto i costi proibitivi che hanno raggiunto le vigne Grand Cru di Borgogna. Si parla ormai di un valore che supera abbondantemente i 10 milioni di euro l’ettaro.
È quindi normale che possano essere acquistati solo da gruppi con ingenti risorse finanziarie. Se a questo aggiungiamo il fatto che la legge sulle successioni in Francia sia una delle più penalizzanti per gli eredi, i giochi sono presto fatti: meglio vendere alla cifra richiesta e dividere i proventi.
Ma al di là del lato sentimentale, il passaggio di mano di aziende storiche a grossi gruppi, ha storicamente portato un miglioramento sempre nel rispetto della qualità. È innegabile che i grossi capitali messi a disposizione dai gruppi finanziari, diano nuovo slancio e indipendenza ai produttori che quasi sempre, rimangono attivi presso l’azienda con mansioni tecniche e produttive proprio per il mantenimento della filosofia aziendale.

Negli ultimi anni gli agricoltori sono stati messi a dura prova. Le sfide che il cambio climatico stanno presentando ai produttori di vino, soprattutto in zone “fragili” come la Champagne e la Borgogna, necessitano di grossi interventi economici per arginare i danni senza dover raggiungere dei compromessi a livello di qualità. Senza contare il fatto che studi condivisi per le sperimentazioni sviluppate da altri, potrebbero offrire rimedi utili anche ai piccoli produttori.

Siamo quindi certi che questo susseguirsi di acquisizioni, se portate avanti da imprenditori illuminati, come nel caso di Artemis, porteranno ad un innalzamento della qualità e ad una migliore distribuzione dei prodotti su tutti i mercati mondiali e questo non è un dettaglio da sottovalutare.
Le prove di tutto questo sono evidenti: il mitico Krug da quando è entrato a far parte del gruppo LVMH ha subito una crescita esponenziale su tutti i livelli (qualità, diffusione e immagine e valore economico).

Un altro esempio più vicino a noi riguarda la “rinascita” di una grande azienda italiana come Biondi Santi: da quando è entrata a far parte del gruppo Francese EPI, con giuste strategie di marketing ha agevolato la distribuzione ed incrementato la sua presenza sul mercato internazionale.

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