È un decadimento organolettico che avviene soprattutto nei vini bianchi e rosati sottoposti all’esposizione prolungata alla luce, in particolare se commercializzati in bottiglie di vetro trasparente.
Tale alterazione è legata principalmente alla presenza di Riboflavina che, esposta alla luce, innesca la fotodegradazione ossidativa degli aminoacidi solforati, dando origine a spiacevoli deviazioni sensoriali che possono ricordare il cavolo cotto, l’aglio o la lana bagnata.
Un’ampia letteratura scientifica, ci dice che le bottiglie trasparenti non schermano il vino dai raggi luminosi dannosi e quindi, sarebbero da evitare. Purtroppo, il mercato richiede che soprattutto i vini bianchi “leggeri” ed i rosè vengano imbottigliati proprio in questo tipo di bottiglie.
I vini rossi, grazie a componenti antiossidanti naturalmente presenti al loro interno e grazie al fatto che sono quasi sempre imbottigliati in vetro verde o ambrato, soffrono molto meno l’esposizione alla luce, sia essa naturale o artificiale.
Molte ricerche scientifiche hanno evidenziato che non vi è una regola sui tempi di esposizione che portino a questa pericolosa deviazione sensoriale.
In alcuni vini potrebbe avvenire in poche ore ed in altri dopo molti mesi. Ad oggi non si è ancora trovata nemmeno una correlazione tra vitigno e difetto, ovvero non si è ancora evidenziato se alcuni vitigni siano più sensibili di altri all’esposizione alla luce.
Quello che di certo sappiamo è che il vino debba essere sempre protetto dalla luce intensa poiché spesso il “gusto di luce” è un difetto latente, che non si manifesta in maniera eclatante. Molto spesso semplicemente “smorzerà” la naturale fragranza del vino rendendolo piatto e privo delle tipiche caratteristiche del vitigno di appartenenza.
Uno studio condotto in Australia, si è concentrato su 48 bottiglie di Chardonnay e Pinot Grigio, stesso produttore, stessa annata ma conservato in modo differente. 24 bottiglie esposte alla luce artificiale delle lampadine e 24 tenute invece in un ambiente buio. Dopo trenta giorni, le bottiglie sono state assaggiate da un panel di esperti degustatori che hanno rilevato all’unanimità che le bottiglie esposte alla luce erano decisamente meno fragranti e le differenze tra i due vitigni erano praticamente nulle.
Da questo possiamo capire che il Gusto di Luce quando si manifesta in maniera conclamata è evidente a tutti, facendo sprigionare al vino odori sgradevoli ma spesso è latente e semplicemente rende il vino piatto e insapore.
Da commercianti di vino non possiamo fare altro che consigliare ai produttori di non usare bottiglie trasparenti e, nel caso le vogliano comunque usare, di proteggere le bottiglie con carta trasparente anti UV come, ad esempio, fa Louis Roederer per Cristal. Da consumatori invece dobbiamo prestare la massima attenzione a dove acquistiamo le bottiglie, cercando sempre enoteche serie e fidate che abbiano a cuore il buon mantenimento delle bottiglie. Vi sconsigliamo caldamente l’acquisto nei supermercati ove la luce è forte e sempre accesa. Quando possibile acquistare solo vini in bottiglie verdi o ambra e una volta portato a casa, depositarlo all’interno di cartoni nel luogo più buio e fresco della vostra casa.
Non ci stancheremo mai di dirvi che il mantenimento corretto del vino è di vitale importanza. Un mantenimento scorretto pregiudica in maniera irreversibile il vino e vi priverà dell’immensa gioia che invece vi potrebbe dare se affinato con i giusti criteri. Tutti i difetti del vino, Gusto di Luce compreso, sono sempre irreversibili e non ci lasciano vie di scampo.
Quindi, come diceva un noto claim pubblicitario: “meglio prevenire che curare” soprattutto se la cura non esiste.