
Partiamo con una notizia “bomba”, Krug ha annunciato l’uscita della versione Rosè del suo vino più raro e costoso: Clos d’Ambonnay.
Finora nessun comunicato ufficiale ma Antonio Galloni di Vinous nel suo ultimo articolo sullo Champagne, uscito il 9 Aprile ha dato il punteggio perfetto (100/100) al Krug Clos d’Ambonnay Rosè 2008.
Quindi un’uscita in pompa magna che renderà ancora più difficile reperire il vino. Dalle notizie frammentarie che giungono sembrerebbe che possa essere commercializzato in Box doppio con il “fratello” in versione Blanc de Noirs sempre vintage 2008.
Vista la piccolissima produzione, circa 4.700 bottiglie tra Rosè e Bianco, questa sembrerebbe una scelta azzeccata che però renderà ancora più esclusivo uno champagne già costosissimo. La prima annata di Clos d’Ambonnay, la 1995 arrivata sul mercato nel 2008 ha ora un prezzo di mercato che supera i 4.000 euro a bottiglia. Facile quindi fare i conti di quanto potrà costare l’accoppiata in uscita, calcolando anche che, come sapete, l’annata 2008 è considerata la migliore del secolo per ora. Stiamo già lavorando per voi per cercare di avere una piccola assegnazione ma sarà veramente difficile. Sappiate però che stiamo lavorando sodo per potervelo offrire.
Tra pochi mesi arriveranno sul mercato i primi champagne 2022 vintage o base 2022 per i non millesimati. L’annata è stata impegnativa, estremamente calda e con picchi di temperature simili alle annate 2015 e 2020. La differenza sostanziale con queste due annate è che ora i produttori sanno come difendersi dalle ondate di calore e quindi i risultati sono stati decisamente migliori. I vini non hanno quella componente ossidativa e vegetale che invece compariva in molti vini delle due annate citate.
Le annate 2023 e 2024 sono state molto diverse tra loro. La prima non sarà certo ricordata come millesimo importante mentre la seconda, ovvero l’ultima vendemmia fatta, è stata in termini di quantità, una vera disfatta. Le vigne sono state flagellate da pioggia incessante, gelate, grandine e peronospora, una malattia fungina che prospera con l’umidità alta.
Nella zona meridionale della denominazione, il raccolto è stato quasi inesistente. A dispetto della quantità ridicola, la qualità delle poche uve portate in cantina era molto alta e gli champagne saranno pochi ma di ottima qualità.
Non tutte le brutte notizie vengono per nuocere. Visto il calo dei consumi e l’alto volume di stoccaggio nelle cantine, una contrazione della produzione aiuterà a riequilibrare il mercato. Considerando anche i dazi in vigore per lo champagne esportato in USA, la minor produzione potrebbe rivelarsi un toccasana.
Nella vendemmia 2024 c’è un unico grande vincitore, il Meunier. Quest’uva, una volta “brutto anatroccolo” tra le uve autorizzate, si sta prendendo delle belle rivincite grazie al suo ciclo vegetativo breve. Avendo un tempo più breve tra la invaiatura e la raccolta, è meno soggetto a gelate e a piogge settembrine. Non a caso, sempre più produttori stanno realizzando cuvèe con il Meunier protagonista. Nel 2024 la cuvèe Collection di Louis Roederer avrà una percentuale di Meunier insolitamente alta del 30%.
Possiamo affermare senza timore di smentite che mai come per le ultime annate, la qualità media degli Champagne è altissima. Sia le grandi Maison che i Recoltant hanno raggiunto livelli di vera eccellenza.
Per chiudere vorrei anche segnalarvi che in rapporto alla qualità sempre più alta, il prezzo dello champagne non è aumentato di pari passo. Oggi bere una grandissima bottiglia di champagne al ristorante può costare mediamente 100/150 euro. Bere un grande vino di Borgogna, Toscano o Piemontese costa mediamente molto di più. Se contiamo anche il fatto che la produzione di champagne è particolarmente dispendiosa e lunga, risulterà evidente che bere bollicine d’oltralpe è una opzione conveniente e che da grande soddisfazione.
In questi momenti di incertezza economica e politica, un buon bicchiere di champagne non potrà che farci bene.