L’ombra dei Dazi sul commercio del vino

da | Lug 29, 2024 | ANALISI DI MERCATO, NEWS E APPROFONDIMENTI

Il mercato del vino negli ultimi cinque anni è stato oggetto di molti cambiamenti, molti positivi ma alcuni negativi. Se, alle prossime elezioni presidenziali americane, dovesse essere rieletto Donald Trump e se quest’ultimo dovesse tener fede alle promesse fatte in campagna elettorale (se fossimo in Italia non mi preoccuperei troppo, i nostri politici non mantengono mai le promesse) applicherebbe un Dazio fisso del 10% su tutte i prodotti importati negli Stati Uniti. Nel 2019 Donald Trump sperimentò i Dazi per il vino proveniente da Francia, Germania e Spagna e in quel caso applicò dazi pari al 25% con gravi conseguenze per i paesi coinvolti visto che gli Stati Uniti sono il primo mercato per i vini provenienti dall’Europa. Al vino italiano stranamente, non vennero applicati dazi e questo ci consentì di allargare la nostra quota di mercato. La legge che applicava questa tassa sulle importazioni rimase in vigore per soli 15 mesi ma furono comunque sufficienti per frenare l’esportazione e soprattutto per rendere accessibile ad altri paesi produttori di vino un mercato che fino ad allora gli era stato precluso.

Non sappiamo se Trump verrà rieletto ma è evidente che un po’ di preoccupazione serpeggi in tutto il comparto vinicolo. La cosa che sappiamo perfettamente è che i Dazi sull’alcol non hanno mai portato benefici al paese che li applica perché, se è vero che aumentano gli introiti delle casse dello stato, è vero anche che il vino e soprattutto il vino della fascia Premium non è sostituibile con il prodotto locale e quindi non soggetto a Dazi. Con questo non voglio dire che i vini americani o sud-americani non siano all’altezza dei vini europei, semplicemente non sono succedanei ma complementari.

Un grande Cabernet Sauvignon della Napa Valley, non ha nulla da invidiare ad un grande Bordeaux, ma non è un Bordeaux. Il collezionista e l’appassionato saranno comunque penalizzati poiché molti dei vini che vorrebbero comprare costeranno di più. Nel 2019 molti importatori statunitensi decisero di arginare l’effetto dazi rinunciando a parte dei loro guadagni ma è chiaro che un’operazione di questo tipo potrà essere solamente temporanea e impatterà enormemente sulle finanze delle società che hanno come core business l’importazione di vini europei.

Ci auguriamo che, indipendentemente da chi diventerà il prossimo Presidente degli Stati Uniti, la legge sui Dazi ai prodotti europei non venga approvata, questo consentirebbe a noi italiani ed ai “cugini” francesi di consolidare la presenza nel mercato più importante e ricco del Mondo.